Lesson three

Rail (bordi)

Anche qui i tipi e le combinazioni si sprecano per cui noi ci limiteremo a fare la differenza tra bordo fine o spesso.

Il bordo spesso consente alla tavola di galleggiare maggiormente , facilitando la manovra ed evita alla stessa di "piantarsi" nel caso non si raggiunge la giusta velocità, senza considerare che anche in questo caso è più facile remare e partire grazie sempre all'aumento del volume. Diciamo che un bordo usato per medio-principiante o per quelle tavole tipo malibù o longboard dove si richiede una manovrabilità buona e sciolta, anche in condizioni di poca velocità (onda piccola, onda media ma lenta, principianti). Il bordo fine o tirato, richiede abilità, il suo esiguo spessore ha bisogno, per essere apprezzato, di essere costantemente in piena velocità, perché se questo non accade, l'acqua salendo immediatamente sullo stesso, e quindi sulla coperta, tende a frenare la tavola. Un bordo fine consente anche di limitare lo scarroccio (slittamento laterale della tavola sulla superficie dell'onda durante la sua corsa) aumentando così la velocità della stessa.

Inoltre la tavola mordendo maggiormente l'acqua consentirà manovre precise e veloci, ma attenti, perché questo tipo di bordo non ammette errori!! Molto importante é, (che sia un bordo spesso o un bordo fine), sceppare il bordo, nella sua parte inferiore, inserendovi il così chiamato T.U.E (Tucked under edge). Questo è uno spigolo interno sulla carena che parte a 90 gradi circa da poppa e , mano a mano che si avvicina alla prua, stonda dal bordo verso l'interno fino ad arrotondare completamente nell'ultimo 1/3 di tavola, questo consente una riduzione della superficie della carena, (per cui all'aumentare della velocità ne consegue una diminuzione di attrito con tutti i vantaggi che questo comporta).

Il T.U.E inoltre garantisce uno stacco pulito dell'acqua carena-bordo che altrimenti tende a risalire il bordo frenando la tavola. Da tenere presente che più il T.U.E è interno tavola più questa sarà manovrabile ma lenta.

Carene  

Abbiamo diversi tipi di carene tra cui la concava, la piatta, la biconcava, la carena a V etc etc.. ed ognuna ha scopi e rese diverse. La carena per eccellenza, vista la sua versatilità, è quella piatta. Questa si adatta molto a tutti i tipi di onde, veloce anche in condizione di onda piccola, non da problemi di manovrabilità, insomma per i nostri mari è , secondo me, la più indicata ed inoltre non ha bisogno di un grosso manico. La carena a V è l'eccelso per le manovre vecchio stile, è molto usata infatti su tavole tipo malibù e longboard, la facilità con cui consente di effettuare il " rail to rail " permette di manovrare anche le tavole più larghe. Carena piatta con V a poppa tra le pinne: unisce la facilità della piatta alla manovrabilità della V, viene molto usata dai colleghi d'oltre oceano, ma io sinceramente non la uso volentieri perché, specie sulle tavole corte, la V è , sì più manovrabile del piatto, ma è molto più lenta se usata su onde non potenti come abbiamo in Italia!!!!

La biconcava è per eccellenza una tavola veloce, ma perché lo diventi , ha bisogno di raggiungere una certa velocità, mi spiego: perché  il biconcavo entri in funzione, bisogna che, all'acqua che scorre in carena, si mescoli aria, in modo che la tavola si sollevi quel tanto da consentire il minimo attrito, inoltre questa miscela aria acqua avrà, visto il restringersi della poppa rispetto alla larghezza centrale, una maggiore accelerazione in uscita , creata dall'effetto venturi. Chiaramente, se il surfer non è in possesso di una più che ottima tecnica di "pompata", o se l'onda è troppo "loffa" si ha l'effetto contrario, la tavola rimane cioè, con il biconcavo immerso ed il maggiore attrito, derivato dalla sua carena, la frena.

Insomma un'arma a doppio taglio che ha bisogno di un ottimo manico!!!!!   

La concava ha le stesse esigenze della biconcava, ma pur rimanendo veloce, migliora in manovrabilità ed è ottima, vista la sua configurazione a sella, per effettuare lunghissimi "floaters". Vi sono poi variazioni sul tema tipo i canali (channels) che consistono in una serie di piani piatti, di solito da due a otto, scavati in una configurazione concava, hanno anche questi bisogno di una buona velocità per poter lavorare e danno alla tavola, mostruose doti di tenuta (da sconsigliarsi nei nostri mari anche se fanno tanto "locals").

 

Tails (poppe)

A - SQUARE-TAIL

Contiene la più grande superficie di tutte le poppe e grazie ai suoi 2 spigoli permette un'uscita molto pulita del flusso d'acqua consentendogli manovre molto precise " a compasso". Da' alla tavola ottima stabilità e velocità, ottima a mio avviso per onde ripide e potenti di media grandezza.

B - Round-pintail

E' la poppa da cui derivano tutte le altre molto versatile ed ottima in manovra indicata per tavole fun.

C - Diamond-tai l

Gli spigoli di questa poppa, forniscono alla tavola doti di precisione e di stabilità durante la manovra.

D - Pin-tail

La poppa del famoso gun di Matt Jhonson, usato per cavalcare le "megaonde".

La sua superficie ridotta dà alla tavola doti di grande velocità pur mantenendo una stabilità eccezionale, doti indispensabili quando bisogna scappare da onde di 7/8 metri.

E - Squash-tail

Questa poppa unisce le doti della square e della round-tail, ed è la poppa più usata nei nostri mari, consente infatti di affrontare qualsiasi tipo di onda.

F - Round-squash-tail

molto simile alla squash ma ancora più dolce in manovra, anche questa molto usata nei nostri mari.

G - Round-tail

E' dotata di un poco più di superficie rispetto alla round-pin-tail e questa la pone al top della manovra su onde piccole. Si preferisce abbinarla a tavole veloci.

H - Swallow-tail (coda di rondine /fish)

Questo disegno è utilizzato per ridurre la superficie delle poppe molto larghe, che proprio a causa della loro larghezza darebbero a forte velocità problemi di controllo. Usata di solito su tavole fish.

Fins (pinne)

Il vostro shape pur curato che sia, non avrebbe scopo, senza le pinne. Ormai i sistemi più usati sono rimasti due: il monopinna (singlefin) e il trepinne (thruster). Della pinna dobbiamo guardare la larghezza di base, l'altezza, lo spessore o corda, il rake e la flessibilità (twist). 

Diciamo che una pinna grande spessa e morbida sarà una pinna più facile, mentre una piccola e sottile sarà più veloce e manovrabile. Lo spessore (o corda) é importante perché al suo diminuire, aumenterà la velocità (per una diminuzione dell'attrito) ma di contro avremo un calo di portanza, per cui nel monopinna useremo pinne abbastanza spesse (vedi longboard e malibù) mentre nel truster , vista la presenza di tre pinne, potremo permetterci pinne più sottili. La flessibilità (o twist) di una pinna é sinonimo di manovrabilità e morbidezza in generale, ma attenzione perché se troppo morbida vibrerà alle forti velocità (fischiando) creando turbolenza trasformandosi in un " ancora"!!!

Anche un rake (curvatura arretrata massima della pinna) accentuato , darà alla tavola maggior manovrabilità e maggior velocità a scapito però della tenuta. Il monopinna ha caratteristiche di grande stabilità e precisione in fatto di manovra, ed é per questo che viene utilizzato oramai solo per longboard classici e malibù, dove si prediligono manovre classiche. Il truster ha grande potere manovrabile, consente un'ottima tenuta anche in manovre radicali, questo grazie al mantenimento sempre di almeno due pinne nell'onda. Nel truster le due pinne laterali, hanno la caratteristica di essere asimmetriche, cioè sono piatte sulla faccia interna e profilate su quella esterna, questo perché la differenza di scorrimento dell'acqua su queste due superfici crea una depressione che attirerà la pinna in azione verso l'interno dell'onda, migliorando la manovrabilità della tavola. Ripeto poi che la grande possibilità di mischiare gli ingredienti renderebbe il discorso molto più ampio e comunque la fantasia e l'esperienza faranno poi la differenza. Per qualsiasi delucidazione o approfondimento dei temi sono sempre disponibile in laboratorio. 

Con questo finisce questo piccolo vademecum teorico sui materiali e sulle linee d'acqua di una tavola da surf, riprenderemo prima possibile con l'inizio pratico della costruzione del nostro surf!!!!! 

[ lesson one ]